
«Le opere di Fidia sono vera carne, cioè bella natura» così scriveva da Londra all'amico Quatremère de Quincy nel 1815, dopo aver ammirato i celebri marmi del Partenone; «devo confessarti caro amico, che l'aver veduto queste cose ha sollecitato il mio amor proprio, perché sempre io sono stato del sentimento che i grandi maestri avessero dovuto operare in questo modo e non altrimenti».
Antonio Canova
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